La Storia

Telefono Amico Bologna nasce ufficialmente a Bologna il 2 Febbraio 1972; questa la data in cui si sono ufficializzati, in presenza del notaio, lo statuto ed il regolamento dell’associazione.

Per arrivare a quel momento è passato un anno da che un gruppo di circa 25 ragazzi, per lo più universitari, ed un frate Domenicano, che da tempo si incontrano periodicamente per parlare della loro vita, dei progetti e dei sogni, sentono il bisogno di aprirsi a nuove iniziative. San Domenico, conosciuta in città come una parrocchia molto attiva e innovativa, un punto di ritrovo per tante attività, offre i propri spazi per gli incontri.

I ragazzi, tra cui un futuro brillante psicologo, condividono le stesse idee e i medesimi principi, affrontano tanti argomenti di interesse sociale comune e durante una di queste serate si parla di un Telefono Amico del sud e viene lanciata la proposta di farlo anche a Bologna.


L’iniziativa viene presa seriamente e da quel momento, per un anno intero di incontri settimanali, si sviluppa la bozza di questo volontariato, un primo statuto, una bozza di regolamento.

A Febbraio sono pronti per regolarizzare l’associazione. Il primo corso di formazione al servizio parte in marzo con durata 4 mesi; ingresso ufficiale, l’inizio assoluto, è datato giugno dello stesso anno.

I 12 partecipanti, fortemente motivati, iniziano la loro avventura. Tra di loro, e questo per i primi anni, si avvicendano ripetutamente dei frati ma la natura anonima del servizio tutela tutti gli operatori.

Essendo tutti studenti l’orario scelto per il servizio è pomeridiano: dalle 16 alle 24 divisi in 4 turni. Le linee telefoniche operative sono 2 e sono sempre coperte.

Le prime telefonate sono prevalentemente da Bologna e dalla provincia. Trecento chiamate al mese da subito! La richiesta è alta, la novità del servizio e la sua particolarità ne fanno un punto di riferimento per molte persone accomunate dello stesso disagio: LA SOLITUDINE

La carenza, anche se momentanea, di rapporti o di affetti: il bisogno di confrontare, sia pure con una persona sconosciuta, un'idea o di discutere di un problema. Non vengono dati consigli, ma viene offerto un ascolto sincero ed una autentica partecipazione. I problemi esposti vanno da quelli riguardanti la famiglia a quelli del lavoro e tempo libero: ma tutti con un profondo bisogno di dialogo. Chi chiama sa di poter contare sull’anonimato e sulla segretezza.

L’associazione funziona sia dal punto di vista organizzativo che come presenza di utilità sociale: alcuni volontari si prendono l’incarico di organizzare tutti i turni affinché siano sempre operativi. Lo scopo del Telefono Amico Bologna è quello di offrire una presenza amichevole a chiunque ne senta il bisogno.

Un servizio limitato al telefono ma per chi è solo, anche momentaneamente, può essere di utilità e conforto: un’occasione di dialogo per chi chiama e per chi ascolta. E su questo tutti i volontari sono concordi. Il Telefono Amico si distinse da subito per la sua natura autonoma. L’associazione si autofinanzia per poter mantenere la sue tre principali caratteristiche di essere apolitica, apartitica, aconfessionale. La ricerca dei volontari viene sempre effettuata tramite articoli sul giornale e con volantini distribuiti in alcuni punti delle città.

Per entrare a far parte del servizio occorre superare un colloquio preliminare per poter accedere al corso formativo. Negli anni, presenza fissa degli incontri formativi, era quella di Padre Michele Casali che partecipava come relatore ai corsi di formazioni, collaborava da esterno parlando della religiosità e sul ricatto morale.

I corsi di formazione si tengono anche 2 volte l’anno e ci sono stati fino a 40 volontari associati in un anno. La realtà del Telefono Amico Bologna deve confrontarsi con quelle dei Telefono Amico delle altre città per cui è costante la partecipazione a convegni.

Dal 1972 ad oggi si sono avvicendati circa 500
volontari con una media annuale di 5000-6000 chiamate ricevute. Con la stessa disponibilità di c.ca 50 anni fa continuiamo ad operare a servizio della comunità.

La storia di Telefono Amico Bologna è lunga e piena di episodi più o meno lieti che restano nella memoria dei volontari ma di uno di questi è importante raccontarne gli eventi.

Alle ore 
21:06 del 6 maggio 1976 una tremenda scossa di terremoto sconvolge alcune zone del Friuli, in particolare Maiano, Buia, Gemona, Osoppo, Magnano, Artegna, Colloredo, Tarcento, Forgaria, Vito d'Asio e molti altri paesi della pedemontana, con intensità pari a 10 gradi della scala Mercalli. La scossa venne avvertita in tutto il Nord Italia, provocando 965 morti e oltre 45.000 senza tetto. In quei giorni terribili il Telefono Amico si trovò coinvolto direttamente. Un volontario attivo in quel periodo aveva un contatto diretto a Roma all’interno del Ministero degli Interni che ogni giorno procurava delle informazioni dettagliate sulla situazione del momento. Le informazioni arrivavano via treno ogni mattina, e il numero di Telefono Amico Bologna venne messo a disposizione a livello nazionale. Da tutta Italia chiamavano per avere notizie sugli eventi successivi al terremoto: il servizio fu tenuto attivo 24h su 24 per 10 giorni e tutti i volontari si adoperarono per dare una mano. Le stesse persone che chiamavano, quando veniva detto loro che il numero di telefono era a disposizione per questo evento, erano contenti di poter lasciare spazio a questa iniziativa.

La Storia di Telefono Amico nel mondo

Il primo centro di ascolto telefonico di cui si abbia notizia iniziò la sua attività a New York nel 1906 con la denominazione di "Safe a Life" ed era orientato alla prevenzione dei numerosi casi di suicidio che si verificavano nella metropoli. Negli U.S.A. i centri si moltiplicarono rapidamente, adottando anche nomi diversi: "Friends", "We Care", "Life Samaritan Service".

Londra, 1953.
La seconda Guerra Mondiale è finita da pochi anni, il tessuto sociale è degradato ed è in corso la ricostruzione post bellica, con tutte le difficoltà e le contraddizioni di quel difficile periodo storico. In quell'anno un pastore protestante di origine ungherese, Chad Varah, fonda, con la denominazione "The Samaritans Service", un servizio di prevenzione al suicidio e mette un annuncio su un quotidiano londinese: "Prima di compiere un gesto irreparabile, telefonatemi!"

Dopo quell'annuncio il suo telefono comincia a ricevere moltissime telefonate, in breve tempo cominciano a rivolgersi a lui non solo persone con intenzioni suicide, ma una miriade di persone che non hanno a chi parlare, a chi dire la loro tristezza, a chi comunicare il loro malumore, etc... Le telefonate sono talmente tante che Chad Varah è costretto a mettere più linee telefoniche ed a cercare dei collaboratori. Nasce così il primo TELEFONO AMICO.

L'idea prolifera in Inghilterra ed in Europa, nascono servizi analoghi in Francia, in Olanda, Svizzera, Germania, Svezia, Danimarca, Austria, Finlandia. Negli anni il servizio si diffuse in tutta Europa ed in Italia i primi centri vennero aperti nel 1963/64 a Firenze, Milano, Genova e Torino, con il nome "TELEFONO AMICO" e "VOCE AMICA". Già nel 1967 questi centri si costituirono nella Federazione Nazionale Telefono Amico Italia, che poi diventerà Associazione Nazionale Telefono Amico Italia. Oggi molte città italiane hanno un centro di soccorso telefonico facente parte dell'Associazione Nazionale.

Non dappertutto l'impostazione originale data da Chad Varah al suo servizio, la non professionalità, la pura e semplice disponibilità all'ascolto, viene accolta nei termini da lui proposti, in alcuni paesi europei spesso il Telefono Amico si caratterizza come un vero e proprio servizio di assistenza sociale svolto, quindi, da specialisti e psicoterapeuti.

In Italia gli operatori del Telefono Amico, tutti volontari, vengono selezionati alla fine di un corso di preparazione al servizio che seguono presso il Centro al quale hanno fatto richiesta di adesione, devono poi seguire una formazione permanente necessaria per poter rispondere nel migliore dei modi alle esigenze di un servizio difficile come è quello di Telefono Amico.